Con le mani
veloci
come farfalle tra i fiori
io fendo l’aria
a plasmare un mondo
di ologramma e fantasia
e chiunque, in platea
mi osserva stupito
padrone dell’illusione
che comando e modello
sotto le luci del palco.
Ed io creo
stelle
che poi mutano in draghi
ed infrangono i fumi
di una nebbia che profuma
e chiunque, in platea
mi applaude ammirato
ma il mio sorriso è artefatto
la mia gioia è finzione
perché il cuore mi sanguina
nel ricordo di te.
Ma nel
rimpianto che stringo
dentro gli occhi miei muti
medito l’ultima magia
prima che cali il sipario
morire qui, tra la folla
quale fine maestosa!
E chiunque, in platea
imparerà dal mio dolore
che non so far rinascere
il tuo amore per me.
N° 1582 - 6 agosto 2009
Il Custode
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