Sopra i morti binari
di una stazione di periferia
dove la speranza
ha un sapore agrodolce di malinconia
- Io ti ho vista -
Sopra il tetto di una chiesa
nei vicoli della città
ad ascoltare il cieco tintinnio
di una campana che non suonerà
- Io ti ho vista -
Ed ho rincorso la tua risata
la tua paura di sapere
sulle ali di un perdono
quando il perdono è dispiacere
- Ed io ti ho già vista -
Sul sorriso della luna
con la gelosia delle stelle
dove il tempo dell'addio
si fa di ghiaccio alla tua pelle
- Questa notte ti ho vista -
Tu che rincorri la mia paura
quando oramai sono già arrivato
di un dolore stretto fra i denti
di un dolore già consumato
-Ma io ti ho vista-
Ad una solitaria fermata d'autobus
in una fredda mattinata di primavera
dove hai bruciato la fantasia
per bastarti anche stasera
-Perché io ti ho vista-
Sopra un fragile nido di allodole
a fissare con gli occhi i miei occhi
da sentirmi preda di brividi
ogni volta che tu mi tocchi
- Io ti ho vista -
Ma io ti ho vista
e ti ho incatenata al mio destino
affinché anche domani
troverai la forza di starmi vicino
- Io ti ho vista -
Perché il tuo treno è anche il mio
fino a quando la strada può bastare
e se poi la via mi conduce al peccato
ci sei solo tu che mi puoi fermare
- Sai che io ti ho vista? -
N° 370 - 9 maggio 1983
Il Custode
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