Pace e
beatitudine
sulla scheggia di luna
dove io mi assopisco
e mi dimentico il mondo
il dolore che io ho inflitto
quello che mi hanno inferto.
Ma mi sfugge
un sorriso
forse è soltanto pazzia
e però è sufficiente
a rincuorare le stelle
che mi lanciano baci
che io non posso accettare.
Adesso, sulle
mie ciglia
scende con molto garbo
la polvere degli asteroidi
quasi a volermi accecare
ma non può prevaricare
le immagini nella mia mente.
Chiunque lei è
stata davvero
o chiunque avrebbe voluto
io lo avevo stampato
sopra un foglio di stagnola
scivolato dalle mie tasche
e adesso viaggia i pianeti.
Poi, la cometa
più grande
mi ha graffiato le gote
mi ha marchiato col sangue
che io ho bevuto di gusto
e ne ho riempito un’ampolla
da offrire ai miei ospiti.
E dormo
davvero a lungo
dentro le mie tenebre
la clessidra è in frantumi
però io so quando è notte
arriva con il profumo
che ha indosso il mio amore.
Sospiri e
tranquillità
sulla scheggia di luna
dove adesso io sbadiglio
poi sputo nel cosmo distante
il dolore che io ho inflitto
quello che mi hanno inferto.
N° 2072 - 2 maggio 2012
Il Custode
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