Liberami da
questa camicia
che mi stringe con forza
e soffoca il petto ed il cuore
frattanto inchioda le braccia
alla mia schiena dolente
io mi dibatto e mi agito
però non riesco a slegarmi
posso solamente gridare.
Proprio al
centro del cielo
fuggono gabbiani e rondini
la mia voce è come il tuono
e stride e graffia le nuvole
liberami da questa pazzia
quella che mi hai inoculato
quasi fosse un veleno potente
che mi ha ridotto in poltiglia.
La mia rabbia
è impetuosa
e mi flagella la mente
liberami da queste pareti
che non mi fanno volare
per quanto ci sbatta la testa
resistono alle mie imprecazioni
si tingono con il mio sangue
però non vanno in frantumi.
E quel tuo
ghigno sardonico
è quello che io mi attendevo
adesso si fanno pece e scintille
le immagini che mi percuotono
il pianto sarebbe liberatorio
eppure non intende sgorgare
liberami da questo dolore
ed io te ne farò dono.
N° 2480 - 15 aprile 2013
Il Custode
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