Che strano
destino
quello del tuo dolore
tu lo osservi passare
sulle tue vene di vetro
e chiusa nella tua stanza
incespichi sulle tue lacrime.
Il tuo mondo
si ferma
come una giostra esaurita
e ognuno adesso abbandona
il posto in cui tu sedevi
dove hai lasciato un sorriso
che hai sorriso per caso.
Tu ricordi
quella parola
che dicevi ed ascoltavi?
Hai finto di amare l’odio
eppure l’amore ti manca
tanto da vivere il buio
per non vederlo deriderti.
L’immagine
dentro lo specchio
è quella di una persona sola
l’unica adesso al tuo fianco
chiunque chiese il tuo cuore
è scivolato nel baratro
che tu hai scavato con cura.
Da fuori
giungono voci
è qualcosa che non t’appartiene
hanno il profumo di vita
quella che tu hai abiurato
per imboccare il sentiero
del vittimismo e della misantropia.
N° 2579 - 20 luglio 2013
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento