Sopra questi
sottili sentieri
stretti tra i monti e il cielo
io sento la tua paura
che suda verso le foglie
dopo si unisce alle lacrime
perdute dai fiordalisi.
Gli aguzzini
ti inseguono
guidati dal loro odio malsano
si fanno scudo del Dio
così da poter giustificare
l’arrogante piacere che provano
nel torturare prima di uccidere.
Per i boschi
della Liguria
hanno lo sguardo sommesso
le lucciole che questa notte
assistono all’ennesima caccia
e gridano sotto i tuoi passi
gli sterpi secchi dei noci.
Si fanno
chiamare uomini
ma sono soltanto carogne
quei prelati ed i popolani
pronti a sfogare su di te
gli istinti beceri e bassi
le stupide superstizioni.
Al precipizio
della Cabotina
la tua casa nutre le fiamme
e naviga il perduto sorriso
sulle acque del Lagodegno
tu strega, o presunta tale
eppure
pur sempre una donna.
Al centro del castello, a Triora
si
impone robusto e sinistro
il palo
eretto sulle frasche
tu dopo
i supplizi avrai il rogo
per la
crudeltà degli ignoranti
per
l’astuzia dell’inquisizione.
N° 2541 - 16 giugno 2013
Il Custode
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