Sulla croce
dimoro
io che fui megalomane
e narrai leggende artefatte
spacciandole per sacri miracoli
tanto che qualcuno sfruttò
la morente mia immagine
edificò chiese e cattedrali
diventando ricco e potente.
Viaggiai
Giudea e Palestina
con il saio e la mia fantasia
ed in realtà ero un visionario
comunque un manipolatore
temuto da governanti e senatori
sin dal mio primo vagito
che finanche il misero Erode
trucidò delle innocenti creature.
E l’artigiano
mio padre
egli fu la prima vittima
di questa mia presunzione
per la quale io ebbi a perire
in questa sera da ludibrio
sopra la cima del Golgota
mentre giuravo d’essere prole
di un Dio che mai conobbi.
Scaltri e
crudeli, i romani
infami, anzichenò, i miei seguaci
adesso e a pensarci bene
sarei dovuto restare nell’ombra
tra i seni della mia amata
Maria Maddalena, la bella
alla quale io riservai l’oblio
ed il biasimo d’ogni discepolo.
Ho brividi
sulla nuda pelle
il sangue si mischia all’aceto
e quasi che io fossi appestato
nessuno mi rivolge parola
persino i ladroni ai miei lati
tacciono e guardano altrove
sono stato davvero uno stupido
or dunque io muoio agonizzando.
N° 2590 - 28 luglio 2013
Il Custode
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