Si accalcano
le ombre
nel labirinto dell’anima
qualcuna trova l’uscita
altre si perdono e muoiono
dopo avere pianto lacrime
che formano oceani in tempesta.
Nella penombra
dei sogni
si fanno rubini di gesso
eppure fra tutto quel sangue
è complicato vederle
si sente la sola fragranza
di placenta e grembo materno.
Ma
contrapposte alle tenebre
come fossero ombre cinesi
volteggiano un’antica danza
sopra le pareti del cuore
poi precipitano dentro gli anfratti
a riempire una fossa comune.
Dopo scende
veloce il pensiero
le raccoglie dalla pozza di melma
e le accatasta con molta cura
sugli scaffali del rimpianto
e le abbatte e torna a raccoglierle
fino a che non si tronca il respiro.
Ed infine,
imparato il vernacolo
le ombre che sono sopravvissute
tornano a cianciare parole
a deridere quelle oramai dipartite
in tal modo non possono accorgersi
di essersi smarrite nell’oblio.
N° 2544 - 18 giugno 2013
Il Custode
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