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giovedì 31 luglio 2014

FUNESTO

Funesto il cielo che s’apre
e nel suo grembo profondo
si agitano nuvole oscure
verso il gracchiare dei corvi.

Sopra l’intera vallata
scende il sospiro del vento
ha posato la grazia in un canto
e non la sa ritrovare
e la sua carezza è uno schiaffo
sul muso di platani e pini.



Qualcuno piange il ricordo
di chi ha affrontato la furia
dell’acqua e della montagna
e chiuso dentro una chiesa
pregò una vana preghiera
che non fece ritornare la vita.

Bussa sopra le tegole
la pioggia che cerca riparo
da quella sera che avanza
e pennella l’orizzonte di nero.

Funesto che profuma di addio
si spenge il crepuscolo opaco
mentre al di là delle tende
i cespugli sembrano danzare
ma non è che un’invocazione
la paura di non sopravvivere.

  N° 2678 - 30 ottobre 2013

                                                    Il Custode

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