Lui con il
sorriso di falco
che plana oramai prossimo
per ghermire la preda
e la sua ombra imponente
quasi fosse un’eclisse di sole
si staglia sulla bambina.
Sicché lei lo
ha seguito
così come si segue un sogno
con la mano nella sua mano
un incosciente saluto alla vita.
Pelouche e
giocattoli e dolci
dentro il furgone dell’orco
ma, ahimè, la bambina estasiata
non riesce a vedere nient’altro
intanto il suo giovane sguardo
di panna e di zucchero a velo
si illumina dopo si scioglie
sotto la pioggia del cielo.
Carezze come
rami di alberi
le cui gemme graffiano e pungono
la dolcezza che lui raccontava
è trasparente quanto il nulla
quasi fosse una bolla di sapone
esplode sulle dita delle nuvole.
Occhi di belva
oramai sazia
mentre la piccola giace nell’erba
l’uomo raccoglie i suoi pelouche
serviranno per il suo nuovo delirio.
Lei intanto
dentro il suo palato
scopre il sapore acre della morte
la sera si popola di luci e di lucciole
si quietano i suoni della città
ma quanto sonno all’improvviso!
Il cuore si inceppa fino a fermarsi
e lei ripete nella sua mente:
<<Non avrei mai dovuto seguirti…>>
N° 2671 - 16 ottobre 2013
Il Custode
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