La mia è una
discesa lenta
una piuma che scivola
mentre danza nel vento
però adesso è la pace
il ritorno alle tenebre
dentro il liquido amniotico.
Chissà mai
quanto occorre
per riposarsi sul fondo?
Ed il respiro si quieta
ribellarsi non ha senso
ed impatto stelle marine
che, cieco, non so vedere.
Brezza di fine
estate
che sfiora la superficie
si perde sopra le onde
nell’improvviso crepuscolo
e pare calata la notte
la luna prevarica il sole.
Sembrano quasi
carezze
le alghe sulla mia pelle
cespugli di umido e sale
si piegano per la corrente
e reverenti si inchinano
a salutare il mio addio.
Sopra il manto
del mare
si culla la mia esistenza
e l’ultimo flebile anelito
tutto ciò che era la vita
ed adesso, protetta dal buio
fugge come fanno i codardi.
Nella mia
posizione fetale
sopra il fondale di sabbia
il mio cuore si strazia
però adesso è la pace
il ritorno all’oblio
dentro il liquido amniotico.
N° 2221 - 3 settembre 2012
Il Custode
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