Quel lampo di
gelo che ascolti
sfiorare la tua candida pelle
è il mio respiro che avanza
nel buio della tua stanza
per quanto spalanchi i tuoi occhi
proprio non riesci a vedermi
poiché io sono una sensazione
il terrore che si sta avvicinando.
Sembra essere
talmente reale
quel dolore intorno al tuo petto
che pare frantumarti lo sterno
dopo scava a cercare il tuo cuore
ma è una ricerca assai vana
come secoli a percorrere il nulla
sicché se i miei artigli colpiscono
è per ferirti ancora ed ancora.
Percepire la
tua folle paura
è qualcosa che inebria ed appaga
eppure trovo davvero irritante
il lezzo del tuo sudore putrido
ti ucciderei in un solo istante
ma io desidero farti soffrire
incatenata al tuo squallido letto
dove mai potresti fuggire?
Adesso provi a
calare le palpebre
illudendoti che sia solo un incubo
ma brucia e morde sopra i tuoi seni
il marchio del mio bacio infernale
zampilla il tuo sangue malato
dopo scivola fra le tue gambe
ad inumidire il robusto bastone
che io vi ho infilato con forza.
E lacrime
oramai troppo tardive
simili ad oceani sulle tue gote
tu provi a pensare un perdono
che si infrange sulle tue pareti
poiché io sono una sensazione
l’ombra di un passato distante
sebbene tu non comprenda ancora
perché stai morendo davvero.
N° 2484 - 18 aprile 2013
Il Custode
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