Mi fermo
giusto un istante
qui, nel giardino cinese
intanto osservo il salice
piangere rugiada gelida
siccome arriva l’inverno
dentro il mio piccolo cuore.
Ninfee e sopra
fiori di loto
graffiano le acque del fiume
perlomeno hanno una meta
scavalcano cascate e corrente
io invece siedo nel patio
e cerco il totale silenzio.
Nenia di acqua
che scorre
melodia di canti di usignoli
potrei esserne infastidito
però qui io mi sento in pace
sicché respiro il filo di brezza
profuma di pesco e di sandalo.
Nella tasca
della mia anima
scivola via la tua immagine
occhi di mandorlo e di pece
pelle di seta e di ovatta
e certo che tu eri bella
io non lo dicevo per caso.
Ideogrammi su
lampade e festoni
sopra i draghi di cartapesta
eppure il tuo nome rimane
marchiato a fuoco nella mia mente
come inciso sul busto degli alberi
sui corrimano dei ponticelli.
Comunque e qui
sulla panca
con gli aironi perduti nel cielo
accetto il passato e il futuro
ti ho avuta, ed è stato bellissimo
io resto qui, nel giardino cinese
tu ovunque e troppo distante.
N° 2674 - 20 ottobre 2013
Il Custode
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