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venerdì 25 luglio 2014

IL CADUTO

Ho le mani impregnate di te
scivolo e perdo la presa
cado dentro il buio profondo
talmente oscuro e distante
da non vedere il fondo
io cado ed intanto sorrido
se ripenso a tutti quei secoli
in cui amarti era il solo pensiero.

Ma canto una filastrocca
imparata sui banchi di scuola
la maestra pareva bellissima
non ascoltarla era un insulto
lo sanno finanche le mosche
che mi vedono cadere nel vuoto
sicché me lo gridano in volto
che la maestra è ancora bellissima.

Ho il tempo di una sigaretta
ma non fumo oramai da tre anni
e la nicotina sopra le dita
è ruggine secca e maleodorante
frattanto continuo a pensarti
ma non mi rammento il tuo viso
io non fumo oramai da tre anni
eppure brucio come carta velina.

Addio capriccioso mio amore
adesso che il vento si placa
e la quiete del tuo ricordo
dimostra che è giunta la fine
la luce dalla quale io caddi
è una misera punta di spillo
avvolta in un manto di tenebre
…addio meraviglioso mio amore.

  N° 2670 - 15 ottobre 2013

                                                    Il Custode

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