La tua immensa
paura
o Dio codardo
era vedermi sul trono
che tu avevi usurpato
con arroganza e ignominia
pravo burattinaio dell’uomo
che governi con la menzogna
tu, padre indegno
di figli che ti temono.
E mi cacciasti
o Dio superbo
per mano di Gabriele
il tuo prediletto sicario
ed io precipitai come folgore
verso gli abissi profondi
dando vita agli inferi
dove la fiamma è perpetua
l’oscurità profonda voragine.
Ma tu fosti
scaltro
o Dio bugiardo
quando definisti l’inferno
regno di anime dannate
e mi dipingesti al mondo
quale sovrano dei malvagi
feticcio di esseri immondi
quelle creature che tu abiuri
rei di non credere in te.
Io ti maledico
o Dio despota
dissimulatore di bontà
prodigo nel dispensare dolore
tu che ti elevasti in cielo
per preservare il segreto
della tua anima ignobile
del perfido ghigno sul tuo volto
oramai privo di maschera.
N° 1909 - 4 gennaio 2012
Il Custode
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