sorriso di sfinge estasiata
tu sei Regina e signora
di un trono fatto di sabbia
e sebbene io finga di amarti
è il tuo regno che bramo
per farne colonia e ricchezza
da offrire alla mia amata Roma.
Eppure tu hai
fascino immenso
che fa palpitare il mio cuore
qual è la magia, o Cleopatra
ch’io muoio per le tue labbra?
E sento la tua voce stridula
echeggiare fra le piramidi.
Mi appari
quale gatto mansueto
spoglia di ogni tua veste
ma hai occhi simili ad artigli
che dilaniano le mie emozioni
la missione mia di circuirti
si infrange contro la tua astuzia
e sei scaltra, sei molto saggia
è così che conquistasti l’Egitto.
Sembra frutto
di palma da oasi
il nettare dei tuoi seni acerbi
e sebbene io finga di amarti
ti penso ogni istante, Cleopatra
Roma dovrà attendere ancora
prima ch’io la liberi da te.
N° 2662 - 7 ottobre 2013
Il Custode
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