disegnate nel cielo
ecco da dove si insinua
quella nenia soave
e sembra bucare le nuvole
protetta dal buio tenue.
Io ascolto, e
non comprendo
il senso di quelle parole
eppure il suono è dolcissimo
tanto da indurmi a sognare
sicché se mi addormentassi
vedrei tutto ciò che desidero.
Adesso che
chiudo gli occhi
la melodia diventa maestosa
lieve lamento del vento
nella sera ammantata di stelle
tante che persino la luna
fatica a trovare il suo posto.
Io immagino, e
sembra reale
che al culmine di quella voce
ci sia il tuo bellissimo viso
le labbra ed i tuoi occhi
labbra ferme sulla mia guancia
occhi incisi dentro lo sguardo.
Ma so che è un
abbaglio
il vaneggiamento del folle
tu oramai sei già trascorsa
così è per la tua voce
e di quel suono, di quell’amore
mi è rimasta soltanto una eco.
N° 2676 - 24 ottobre 2013
Il Custode
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