Scenderò dal
tuo sguardo
nel più totale silenzio
e passeranno altre lune
ed altre notti stellate.
Ma se così non
fosse
io non guarderò il cielo
occhi fissi all’asfalto
dove riposa il mio cuore.
In pegno di
ciò che fosti
avrò un lieve ricordo
il tonfo secco e assordante
delle tue parole d’addio.
Nel vortice
dei miei dubbi
io ho imparato a scordarti
poiché ascoltarti parlare
concimava la mia follia.
Farò ciò che
mi chiedesti
anziché chiedermi scusa
per quelle accuse malsane
di essere un uomo malvagio.
Esausto e
oramai disilluso
io ero la tua risorsa estrema
ma mi rifugio nell’ombra
dove mi hai sempre tenuto.
N° 2444 - 19 marzo 2013
Il Custode
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