Lo racconterò
a questa luna pietosa
che ha raccolto il dolore
sul ciglio del mio cuore
e lo ha portato oltre i monti
dove taceva il mio sguardo
e le lacrime che scivolavano
dalle tasche della mia ira
erano ruscelli profondi
dove vanitose sirene
uccidevano fate e falene
ma non sapevano volare
non avevano pensieri felici
e la polvere sopra le ali
che avevano voluto e rubato
non era che pece e fuliggine.
E rammenterò
alla prima stella lasciva
la luce di ogni ricordo
che ho scordato di dire
ad un falco che mi osservava
dove taceva il tuo sguardo
e i baci che mi hai descritto
dopo hai dipinto su tela
erano ritocchi increspati
di sangue sulla mia pelle
che condannato all’oblio
esprimevo il mio desiderio
di averti tra le mie labbra
ma adesso ti vedo di spalle
e la mia pena svanisce
…non era che stupido amore!
N° 1859 - 25 agosto 2011
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento