Fermati
dove io ti possa vedere
vicino alle mie labbra
giusto davanti al mio cuore.
Amore vissuto
per noia
forse per reale bisogno
tu, distante eppure presente
nell’anima da sempre volubile.
Il mio sguardo
ti teme
si impiglia nella tua bellezza
una rete dalle strette maglie
che l’aria non riesce a filtrare.
Se io ti
dicessi di andare
sarei un folle, un mentitore
il tuo nome sarà il mio respiro
quantunque fosse solo finzione.
Ossigeno per
il condannato
all’interno della camera a gas
ma cosa mai sarebbe la morte?
Un istante sulla via dell’oblio.
Passione
trovata per la strada
tra un cumulo di foglie ingiallite
sicché l’autunno adesso dimostra
di possedere una tale magia.
E le mie mani
si spalancano
frattanto che tu ritrovi il cielo
io non te lo chiedo, ma fermati
per insegnarmi a volare.
N° 2673 - 19 ottobre 2013
Il Custode
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