e nel suo grembo profondo
si agitano nuvole oscure
verso il gracchiare dei corvi.
Sopra l’intera
vallata
scende il sospiro del vento
ha posato la grazia in un canto
e non la sa ritrovare
e la sua carezza è uno schiaffo
sul muso di platani e pini.
Qualcuno
piange il ricordo
di chi ha affrontato la furia
dell’acqua e della montagna
e chiuso dentro una chiesa
pregò una vana preghiera
che non fece ritornare la vita.
Bussa sopra le
tegole
la pioggia che cerca riparo
da quella sera che avanza
e pennella l’orizzonte di nero.
Funesto che
profuma di addio
si spenge il crepuscolo opaco
mentre al di là delle tende
i cespugli sembrano danzare
ma non è che un’invocazione
la paura di non sopravvivere.
N° 2678 - 30 ottobre 2013
Il Custode