tra le mattonelle e le crepe
sulle pareti della cucina
dopo sputo saliva scarlatta
che si perde nel lavandino.
Morire mi
piace
un’esperienza che vorrei ripetere
ma il taglio sui miei polmoni
non mi permette di raccontarlo
lo scriverei, se non fossi pigro.
La vista ora
danza
una ballerina senza equilibrio
ed io, ebbro sul pavimento
osservo le ombre sdoppiarsi
il crepuscolo che si avvicina.
Striscio come
un serpente
o come chi è penitente
e però la mia direzione
è appesa al mio solo respiro
che pare non darmi più retta.
Affronto il
nulla
salgo sopra la prima nuvola
ed intraprendo il mio viaggio
che sia paradiso od inferno
la mia meta è distante da qui.
N° 2758 - 28 aprile 2014
Il Custode
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