Nudo
mentre incombe ottobre
io, fra le braccia di mamma
che affonda, in ginocchio
nelle spighe di grano.
Io sono nudo
ed il freddo è una morsa
un mantello di spilli
che graffiano senza pietà
la mia giovane pelle.
Il cielo fa i
bronci
sembra che voglia piangere
mamma ha lo sguardo mite
di terrore che si spenge
di tempesta oramai quieta.
Il ferro ed il
fuoco
fra le dita nervose
dei soldati nazisti
qualcuno urla qualcosa
scatena i tuoni e poi i lampi.
Il cielo si
adira
adopera nuvole e rabbia
con cui coprire i suoi occhi
e non vedere il mio sangue
che tinge le margherite.
Mamma è già
morta
io agonizzo sul grano
ed ascolto il tonfo secco
del colpo di grazia che penetra
le nuche di donne e bambini.
Nudo
oramai frammento di oblio
la mietitura ebbe inizio
loro la chiamarono festa
ma si portò via la mia vita.
N° 2801 - 20 settembre 2014
Il Custode
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