e sul fondo un’anima spenta
se mi segui vedrai quanto amore
sepolto sotto una coltre di cenere
l’ho soffiato via col mio dolore
ma la cenere era fatta di argilla.
C’è una luce
ed è punta di spillo
che mi punge lo sguardo adirato
mentre il sangue sulla mia dentiera
è ciò che resta delle tue parole
ho già pronti chiodi e poi funi
se precipito io potrò risalire.
Laggiù la
voragine è docile
quanto un cuore che batte silente
se mi segui sentirai un sussurro
all’orecchio di una luna affamata
l’ho carpito mentre il vento passava
e ben presto è scemato in un soffio.
Ho le unghie
di miele e catrame
che si puntano dentro il mio petto
poi proseguono nel basso ventre
a cercare un serpente che dorme
pare che il risveglio lo irriti
e mi sputa una materia biancastra.
Laggiù la
voragine è splendida
è la eco di un destino migliore
io dondolo sopra il suo argine
dopo salto giù con un sorriso
come un bimbo in una pozzanghera
e all’improvviso non sento più nulla.
N° 2764 - 10 maggio 2014
Il Custode
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