solcato da un filo di brezza
ed il vuoto oltre le nuvole
è il riflesso della mia anima.
Non importa la
solitudine
è una scheggia che cicatrizza
fra le pareti della memoria
malandata ma ancora impavida
sguardo fiero verso il sentiero
che chissà dove mai mi conduca.
Una goccia
cavalca il vento
un frammento di pioggia in fuga
che ha smarrito il suo cammino
e si è regalata ai miei occhi.
Questa terra
profuma di pace
di germogli di amore appassito
qualcuno ancora ne tesse le lodi
un sognatore o soltanto un ingenuo
la discarica di cuori infranti
è la prova di quanto egli si sbagli.
In bilico,
sotto c’è il vuoto
ma non intendo spiccare il volo
ho cespugli di bacche e di more
e di spine nel sangue scarlatto.
L’orizzonte
nasconde nel grembo
la tempesta appena trascorsa
spighe di grano il mio giaciglio
il mantello è la volta notturna
davvero non mi serve altro
solamente dormire in eterno.
N° 2788 - 24 luglio 2014
Il Custode
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