in bilico sopra una foglia
rubata ad un acero anziano
e voltò la vela al tramonto
dove raggiunse quel sole
che aveva tatuato sul cuore.
Distanti,
lungo il sentiero
soltanto lucciole e meretrici
qualcuna promise un amore
che seppure avesse un prezzo
pareva un amore sincero
quanto dicevano gli occhi.
Nel labirinto
dell’anima
sentiva sussurri e risate
di un bimbo che s’era smarrito
ed entrambi presero a chiamarsi
ma le voci si sovrapponevano
e loro non si trovarono mai.
Gli amori di
un vecchio gabbiano
sul ciglio di una gelida bitta
che il bacio di una docile onda
aveva raggiunto sulla banchina
ed egli, dalla sua foglia
adesso cominciava a rimpiangere.
D’improvviso,
al centro del cielo
si spalancò un vortice oscuro
l’artiglio di un vento imponente
le fauci di un mostro affamato
e tranciarono la foglia e la vela
egli cadde e non seppe dove.
Quando infine
saggiò il suolo
perdeva sangue dalle narici
tutto ciò che restava di lui
viaggiava il labirinto dell’anima
e teneva un bimbo per mano
con cui divideva sussurri e risate.
N° 2772 - 13 giugno 2014
Il Custode
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