ho una luce improvvisa
che mi illumina l’anima
e se ti sembro malvagio
significa che tu mi vedi
oltre questa mia maschera
che mi occlude a chiunque.
Ho smarrito il
sentiero
forse soltanto il senno
e adesso che non mi parli
io non so chi insultare
e mi adiro
però conosco i tuoi occhi
sono lame che tagliano.
Sono in bilico
sopra una fune massiccia
costruita di filo spinato
e aspetto un soffio di vento
il bacio del Maestrale
vedo le fauci del nulla
è là che io voglio cadere.
Scivola
materia densa
è il sangue dei miei pensieri
ho sorseggiato la solitudine
adesso ne sono ebbro
tu non comprendi
ed io non so come dire
da quanto ho smesso di amarti.
Non importa
ed anche se importasse
pigiato nella mia tasca
io ho un destino che è liquido
e forma una putrida pozza
che fugge verso i tombini
molto distante dal sole.
Adesso
calpesto i miei sogni
come deiezione di cane
tu li hai tenuti con cura
e mi sembravano belli
ma mi scuso
se ho ucciso le tue speranze
e non ho capito perché.
N° 2756 - 26 aprile 2014
Il Custode
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