verso il baratro
incontro al nulla
dopo sarà l’oblio
ed ancora l’eternità.
In piedi sulla
veranda
io annuso la notte
ed osservo la luna
che chiama con insistenza
ogni stella a raccolta.
Adesso, le
tenebre
danzano sul pavimento
dell’universo infinito
e non appare stonata
la melodia del silenzio.
Mi manca ogni
cosa
di ciò che ho barattato
mentre mi aggrappavo
alle ali sottili
di una falena imbronciata.
Mi affido al
sorriso
quello speso dai folli
e con un unico passo
scivolo in fondo al limbo
e dimentico ogni ricordo.
N° 2792 - 12 agosto 2014
Il Custode
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