e mi aggrappo a te
al tuo mantello di fustagno
e quasi io fossi un pipistrello
come se io fossi una falena
ti attendo ad ogni tramonto.
Crepuscolare
riflesso
che penetra i miei occhi
e quello che io vedo
sembra quasi un incantesimo
la percezione del sublime
che la mia anima drogata
cerca e ricerca ancora
dalle vene fino al cuore.
L’oscurità è
la mia meta
dove altro potrei andare?
Le luci ed i rumori
sono invadenti alle mie spalle
ma supino nel tuo grembo
io mi sento immortale.
Infine io mi
quieto
dove il tuo profumo è forte
di tenebra e beatitudine
che circuisce il mio olfatto
sono vivo ed invincibile
una macchia fra le ombre
ed immobile verso il tuo sentiero
io divento essenza di te.
N° 2794 - 22 agosto 2014
Il Custode
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