Quaranta
giorni
senza alcun sole all’orizzonte
soltanto nuvole come macigni
fatte di pece e di fuliggine
e pesanti sopra quest’arca
in balìa delle onde violente.
Quaranta notti
ad osservare la luna intensa
che si appoggia al cielo scuro
e dalla stiva arriva il lamento
degli animali inquieti ed esausti
oramai stanchi della prigionia.
Alla deriva
in questo oceano misconosciuto
frattanto che si cheta la pioggia
non vi è terra né sabbia alcuna
soltanto acque ahimè sconfinate
e disperazione ‘ché il cibo scarseggia.
Eppure io ho
fede
e so che giungerò all’approdo
foreste e montagne e grandi laghi
villaggi e città per la nuova stirpe
quaranta giorni e quaranta notti
ed un monito da non scordare.
N° 2777 - 24 giugno 2014
Il Custode
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