che viola le insenature
e tu, sulle coste norrene
sei lo spettro che mi perseguita
e penetra nel mio respiro
vi deposita vetriolo e veleno.
Fra i
tentacoli dei tuoi capelli
c’è la notte di dramma e tregenda
eppure tu sei bella davvero
benché profumi di morte buona
ed io muoio ma non ho paura
i tuoi occhi sono la mia rinascita.
Si alza il
vento sulla Norvegia
e con esso le onde maestose
orda umida dentro ogni anfratto
di salsedine che mescola al maelstrom
io mi aggrappo al tuo corpo perfetto
come cavaliere che depone le armi.
Sfiorano il
cielo di pece
alberi impettiti come sentinelle
tra le fronde sibila la brezza
che accompagna l’urlo dei corvi
in picchiata verso la pianura
come macchie di inchiostro nell’aria.
Al principio
delle mie pupille
la maestosità del tuo splendido viso
strega o demone, chiunque tu sia
tu sei l’incubo che rammendavo
quasi un pezzo di stoffa sull’anima
da tappezzarne le oscure pareti.
Si alza il
vento sulla Norvegia
forse è là che tu sei fuggita
so che quello era il tuo sogno
riposare sotto il tronco di un acero
io fingo parole e nuovi sorrisi
che senza di te non ho mai vissuti.
N° 2776 - 23 giugno 2014
Il Custode
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