Un alchimista
del desiderio
egli raccolse quell’amore
e lo trattò con garbo
in balìa di stupende emozioni
ma non fu in grado di risuscitare
quelle cose oramai morte.
Stupida ed
ingenua illusione
che egli raccontava alla luna
nel frattempo che la sua anima
preveggente sin dalla nascita
sapeva il gusto della sconfitta
ma non ci si abituava ancora.
Annusò il
vento robusto
che soffiava dentro la notte
ed ogni tanto recava una stella
a scheggiare le sue narici
allora egli assaporava quel sangue
dal sapore di distanti ricordi.
Aveva uno
sguardo tristissimo
la marea che era giunta per caso
si era persa e smarrita le onde
risucchiate via dalla battigia
ed ora egli vi si sdraiava
poiché era nato di pura salsedine.
E lontano un
treno gridava:
“Sto aspettando che tu mi veda
per poi prenderti sulle ginocchia
faremo un viaggio oltre le nuvole
dentro la fiaba che tu preferisci…”
ma quella fiaba era conclusa da tempo.
Egli infine
prese un filo d’erba
che agonizzava sulla pianura
e lo guardò con estrema dolcezza
con uno sguardo che era di addio
e non fu in grado di risuscitare
tutte le cose oramai morte.
N° 2769 - 22 maggio 2014
Il Custode
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