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mercoledì 29 ottobre 2014

ALLAH

Io mi compiaccio
del sangue versato copioso
dalle gole e dai cuori
degli impuri infedeli.

E sono davvero orgoglioso
dei miei fanatici adepti
che mi seguono ed uccidono
senza pietà o pentimento
ed in tributo mi offrono
le teste tagliate di netto.

Io sono un Dio bastardo
affamato di morte e dolore
simile ad un crudele demone
che incombe sull’Occidente.

Islam religione di pace…
quale menzogna incredibile!
Chiunque legga il corano
comprenderebbe in un attimo
che io auspico la sottomissione
delle donne e dei miei rivali.

La scaltrezza di Maometto
ed il ventre delle mogli arabe
è questa la mia strategia
per conquistare l’intero mondo.

La progenie infesterà ogni terra
come seme di cattiva gramigna
la sharia sarà l’unica legge
che governerà dai mari alle valli
io sono un Dio assassino

con un esercito di esperti sicari.

  N° 2802 - 22 settembre 2014

                                                          Il Custode

MIETITURA

Nudo
mentre incombe ottobre
io, fra le braccia di mamma
che affonda, in ginocchio
nelle spighe di grano.

Io sono nudo
ed il freddo è una morsa
un mantello di spilli
che graffiano senza pietà
la mia giovane pelle.

Il cielo fa i bronci
sembra che voglia piangere
mamma ha lo sguardo mite
di terrore che si spenge
di tempesta oramai quieta.

Il ferro ed il fuoco
fra le dita nervose
dei soldati nazisti
qualcuno urla qualcosa
scatena i tuoni e poi i lampi.

Il cielo si adira
adopera nuvole e rabbia
con cui coprire i suoi occhi
e non vedere il mio sangue
che tinge le margherite.

Mamma è già morta
io agonizzo sul grano
ed ascolto il tonfo secco
del colpo di grazia che penetra
le nuche di donne e bambini.

Nudo
oramai frammento di oblio
la mietitura ebbe inizio
loro la chiamarono festa
ma si portò via la mia vita.

  N° 2801 - 20 settembre 2014

                                                          Il Custode

martedì 28 ottobre 2014

PASSCHENDAELE

Ecco dove tutto ebbe inizio
sotto il cielo di nuvole plumbee
e ruggine sputata dai mortai
laggiù è dove tutto ebbe fine
e la paura solcava la pelle
percorreva trincee e rifugi.

Nel mare di fango del Belgio
io affondavo sino alle narici
i tedeschi erano semplici macchie
e però sparavano con precisione
nel mare che fu una pianura
fummo piante in balìa della tempesta.

Io scorgevo gli arti e gli sguardi
di coloro morti in maniera atroce
sembrava fossero rami avvizziti
che puntavano verso le stelle
io annusavo il terrore paralizzante
dei nemici, oramai animali da preda.

Il Canada ben oltre l’oceano
sbiadiva portato via dalla pioggia
ed io ne avevo pochi ricordi
che tenevo tra le fetide unghie
sicché mi sentivo quasi a casa
in Canada, tra le colline in fiore.

Eppure fummo in molti a morire
poiché i nostri rivali erano tenaci
o forse fu errata la strategia
dei boriosi generali britannici
io non so, comunque non importa
ma so che fummo in molti a morire.

Un’immensa spianata di melma
disseminata di cadaveri e sangue
fu il prezzo della nostra vittoria
fu il prezzo della nostra sconfitta
un’immensa carneficina di soldati
sulla via che conduceva a Passchendaele.

  N° 2800 - 11 settembre 2014

                                                         Il Custode

LA STAZIONE

Ricordo un cielo arrendevole
che vomitava zampilli di stelle
frammenti di vetro e di lacrime
si adagiavano nella mia pelle
ricordo quella volta notturna
che odorava di ruggine e fiamma.

Le persone, come fossero tizzoni
ardevano frattanto che imprecavano
bestemmie che si polverizzavano
e non raggiungevano il Dio
le persone, quasi fossero fiammiferi
furono cenere di carne e sangue.

Fu un istante di inferno intenso
le rotaie dirette ai gironi
io non sapevo se la mia anima
avesse mai ritrovato la via
fu un istante, poi non ricordo
e d’improvviso mi ritrovai solo.

E la stazione infine si tinse
delle bestemmie di chi svanì
agli argini di quell’estate
che l’esplosione rese tragedia
e la stazione infine si quietò
per procedere alla conta dei morti.

  N° 2799 - 8 settembre 2014

                                                       Il Custode

domenica 26 ottobre 2014

IO TI AMO TANTO

<<Io ti amo tanto…>>
era scritto sopra un chicco di riso
dentro il becco di una rondine cieca
però il cielo era talmente vasto
che i suoi cuccioli aspettarono invano
lei, colpita da un cacciatore
agonizzava in un cespuglio di rovi.

<<Quante volte l’ho sussurrato…>>
nell’istante in cui il vento tacque
il lamento si adagiò sulla vallata
le farfalle, finalmente serene
si specchiarono nel lago pacato
sicché i lucci ne fecero scorta
di provviste con cui affrontare l’inverno.

<<<Il cuore è turbinio e piaga…>>
un frammento di raggio di sole
insolente quanto un bimbo ineducato
si insinuò dentro ogni pertugio
e chissà cosa mai cercasse
nelle grotte di pipistrelli assonnati?
Il crepuscolo scese e lo inghiottì.

<<Ho un dolore sulla punta degli occhi…>>
eppure lei pareva esserne sorda
in ginocchio, agli argini della foresta
consolava un lupo rimasto orfano
e la zampa posata fra le sue mani
la distraeva dai sogni e dalle lacrime
mentre la luna le tatuava il viso.

<<I ricordi sono macigni asfissianti…>>
e formiche dai bicipiti torniti
sollevarono la sua disperazione
siccome egli era nato per caso
domandarono quale destino avesse
non ne aveva, era questo il suo cruccio
sicché fece spallucce alla vita.

  N° 2798 - 7 settembre 2014

                                                       Il Custode

GARBO

Resto seduto, in attesa
in prima fila da sempre
sono qui e mi compiaccio
della tua sublime bellezza
tu hai un aristocratico garbo
che i miei occhi estasiati
trattengono con molta fatica.

Un bacio alla sigaretta
un tocco talmente sensuale
e la polvere di fantasia
apre un pertugio ai miei sogni
dopo ti viene a cercare.

Eppure le mie parole
davvero non sanno descrivere
la tua eleganza decisa
il desiderio che è utopia
da regina ti muovi sul palco
e prepari la finzione d’amore.

Sei Dea e sei divina creatura
adesso in fondo al mio sguardo
pennellate di bianco e di nero
diva impressa sulla celluloide
in prima fila da sempre
io resto seduto, in attesa
che la tua voce graffiante
prenda alfine a recitare.

  N° 2797 - 1 settembre 2014

                                                       Il Custode

venerdì 24 ottobre 2014

UN FANTASMA

Una pennellata di catrame
il fantasma giunto a spiarmi
dalla parete del corridoio
ed io lo so che eri tu
quel riflesso sopra i vetri
che pareva avere premura
poiché il profumo del tuo odio
era fragranza inconfondibile.

Io avrei voluto chiederti
di fermarti alcuni istanti
per uccidermi o per baciarmi
come era scritto nel tuo sguardo
ma tu sembravi molto distratta
o forse davvero adirata
sicché io decisi di tacere
e morire nel totale silenzio.

  N° 2796 - 29 agosto 2014

                                                   Il Custode

DURANTE LA TEMPESTA

Ti guardavo ed ero sorpreso
tu eri aggrappata al mio cuore
ed intanto il vento cresceva
e con forza flagellava le coste
dopo scagliava i suoi sbuffi
dove tu stavi in equilibrio
sembrava volesse ghermirti
sembrava fosse adirato con te.

Il tuo amore talmente pesante
ti fece smarrire la presa
ti guardavo mentre precipitavi
lentamente verso lo strapiombo
e mi parve tu dicesti qualcosa
o desideravo che tu lo facessi
e però ero impegnato a fumare
marijuana trovata in un canto.

Arrivarono draghi e dopo falchi
a disputarsi i tuoi miseri resti
la tua bellezza era preda ambita
il tuo profumo sangue e catrame
ti guardavo e provavo a chiamarti
ma avevo perso la voce ai dadi
così facevo disegni sui vetri
che la pioggia però cancellava.

Sopra ad un tappeto di foglie
ecco dove terminò il tuo volo
talmente distante dai miei pensieri
che io scordai di pensarti
e la tempesta ebbe breve durata
il tempo di separarci per sempre
ti guardavo ed ero pentito
per averti lasciata piangere sola.

  N° 2795 - 26 agosto 2014

                                                   Il Custode

mercoledì 22 ottobre 2014

NYCTOPHILIA

Mi inebrio del tuo respiro
e mi aggrappo a te
al tuo mantello di fustagno
e quasi io fossi un pipistrello
come se io fossi una falena
ti attendo ad ogni tramonto.

Crepuscolare riflesso
che penetra i miei occhi
e quello che io vedo
sembra quasi un incantesimo
la percezione del sublime
che la mia anima drogata
cerca e ricerca ancora
dalle vene fino al cuore.

L’oscurità è la mia meta
dove altro potrei andare?
Le luci ed i rumori
sono invadenti alle mie spalle
ma supino nel tuo grembo
io mi sento immortale.

Infine io mi quieto
dove il tuo profumo è forte
di tenebra e beatitudine
che circuisce il mio olfatto
sono vivo ed invincibile
una macchia fra le ombre
ed immobile verso il tuo sentiero
io divento essenza di te.

  N° 2794 - 22 agosto 2014

                                                   Il Custode

QUANDO AVEVA ANCORA L'AMORE

E l’uomo affrontò la tormenta
diretto al sentiero di tenebre
da dove gli giungeva la eco
di ricordi mescolati a sorrisi
che raccolti dai raggi di luna
evaporavano
tramutandosi in lacrime.

Una voce
quasi un fastidioso diapason
picchiava le pareti delle nuvole
e quello che aveva da dire
era scritto
sopra una foglia ingiallita
ed il vento la accarezzava
nella speranza di riportarla alla vita.

Pareva che ogni fiocco di neve
fosse là quasi per caso
e le gocce di rugiada gelida
erano specchi per vanitose fatine
e correvano via le formiche
quando queste crollavano sull’erba.

<<Un tempo ero davvero felice
e non rammento quale tempo fosse
ricordo che il sole era caldo
ma questo accade da secoli…>>
le parole erano talmente astratte
che nemmeno i folli
le avrebbero mai comprese.

I sassolini raccolti per la strada
per non volare via con la tempesta
sicché quando tornò lo scricciolo
non ritrovò la via
che conduceva alla sua amata
e tagliò le vene alle sue ali
infine morì
agonizzando disperazione.

E l’uomo arrivò alla voragine
sotto i piedi un vortice immenso
dal quale levitavano i pensieri
pensati durante l’intera esistenza
sul fondo annegava il miraggio
di quando aveva ancora l’amore.

  N° 2793 - 15 agosto 2014

                                                  Il Custode

martedì 21 ottobre 2014

VERANDA SUL NULLA

Un unico passo
verso il baratro
incontro al nulla
dopo sarà l’oblio
ed ancora l’eternità.

In piedi sulla veranda
io annuso la notte
ed osservo la luna
che chiama con insistenza
ogni stella a raccolta.

Adesso, le tenebre
danzano sul pavimento
dell’universo infinito
e non appare stonata
la melodia del silenzio.

Mi manca ogni cosa
di ciò che ho barattato
mentre mi aggrappavo
alle ali sottili
di una falena imbronciata.

Mi affido al sorriso
quello speso dai folli
e con un unico passo
scivolo in fondo al limbo
e dimentico ogni ricordo.

  N° 2792 - 12 agosto 2014

                                                  Il Custode

SENTIVO LE GRIDA

Da oltre i vetri oscurati
del mio rifugio sicuro
io sentivo le grida
dei predicatori e dei folli
giungevano dalle moschee
dai tribunali ecclesiastici.

Con i forconi e le torce
a caccia di streghe ed eretici
da sacrificare ad un dio
che si tingeva la barba
dopo vennero con il Corano
orde di selvaggi fanatici
a decapitare innocenti
gli esseri umani e gli agnelli.

Avevo un tozzo di pane
un bicchiere colmo di vino
la cenere del mio tabacco
esondava e cadeva sul tavolo
e però copriva l’odore
della polvere da sparo nell’aria.

Frastuono di ossa in frantumi
lamenti di cani e bambini
io sentivo le grida
di coloro feriti o moribondi
e sbirciavo dallo spioncino
della mia porta blindata
il cielo piangeva le lacrime
che si mescolavano al sangue.

Col viso dentro le braccia
come chi abiura preghiere
e però qualcuno picchiava
con forza contro il mio uscio
sicché rimanevo in silenzio
nel buio, come chi è morto.

Avevo un diario segreto
dove scrivere i miei ricordi
all’esterno, nella devastazione
le persone cadevano al suolo
e dormivano un sonno profondo
mentre attorno era il delirio
io restavo nel mio rifugio sicuro
al riparo da ogni religione.

  N° 2791 - 8 agosto 2014

                                                Il Custode

domenica 19 ottobre 2014

LORO MI ODIANO

Lo so che loro mi deridono
è scritto nella mia mente
hanno lo sguardo malvagio
e che fustiga il mio viso
lo so che loro mi odiano
è disegnato nella mia pazzia.

L’ho detto nel mio messaggio
che avrei compiuto una strage
ma loro non mi credevano
come se io fossi un bugiardo
l’ho giurato, e impugnavo il fucile
che avrei ammazzato chiunque.

Vestito di tutto punto
mentre il sole torna a destarsi
un cacciatore che annusa la preda
fra gli isolati della città
vestito come se andassi alla guerra
mentre il sole diventa rovente.

Gli studenti entrano ignari
e la scuola pare inghiottirli
sono boriosi all’inverosimile
e non sanno il loro destino
gli studenti schiamazzano e ridono
la scuola sarà la loro tomba.

Entro e sparo con molta freddezza
qualcuno grida e prova a fuggire
altri ancora non ne hanno il tempo
e si arrendono alla morte che giunge
entro e sparo con estremo sadismo
qualcuno impreca però è troppo tardi.

La polvere da sparo si mescola
all’odore del sangue e del sudore
lo so che loro mi odiano
perciò non avrò alcuna pietà
la polvere da sparo si impregna
dei profumi della primavera.

Lontano le prime sirene
urlano e chiedono di fargli strada
ma i moribondi sono dappertutto
ad osservare la gente che muore
lontano le radio che gracchiano
urlano e si agitano, i poliziotti.

Esco e intanto punto il fucile
un tuono parte verso il mio sterno
il petto brucia e si tinge di rosso
è nero il cielo sopra i miei occhi
esco e dopo mi cade il fucile
il tuono mi ha fatto esplodere il cuore.

  N° 2790 - 5 agosto 2014

                                                 Il Custode

SOTTO IL PALETOT

Sotto il paletot
ho il corpo scarnificato
sicché tu puoi vedere
il cuore mio sanguinante
gocce di sangue e di lacrime
che cadono verso l’asfalto
e come se fossero acido
scavano buche profonde.

Dentro le buche, i pensieri
così come li ho disegnati
pastelli di cera fra i denti
nelle mani soltanto l’oblio
tra l’oscurità delle rughe
una flebile e lieve scintilla
e profuma di morte stantia
odora di solitudine antica.

Il cielo diventa di antrace
la sua polvere tramuta in pioggia
e si adagia sopra le onde
si mescola insieme alla sabbia
io respiro a pieni polmoni
le parole che hai scagliato
fanno parte del mio bagaglio
esperienza di errori commessi.

Sornione sul mio davanzale
come un gatto osservo la luna
alle mie spalle un sottile rumore
sono i passi della mia ombra
e si appoggia alla mia guancia
per nutrirsi del mio sospiro
perché un tempo io gli piacevo
adesso ha soltanto pietà di me.

  N° 2789 - 31 luglio 2014

                                                 Il Custode

sabato 18 ottobre 2014

TERRA SENZA AMORE

Eppure il cielo è sereno
solcato da un filo di brezza
ed il vuoto oltre le nuvole
è il riflesso della mia anima.

Non importa la solitudine
è una scheggia che cicatrizza
fra le pareti della memoria
malandata ma ancora impavida
sguardo fiero verso il sentiero
che chissà dove mai mi conduca.

Una goccia cavalca il vento
un frammento di pioggia in fuga
che ha smarrito il suo cammino
e si è regalata ai miei occhi.

Questa terra profuma di pace
di germogli di amore appassito
qualcuno ancora ne tesse le lodi
un sognatore o soltanto un ingenuo
la discarica di cuori infranti
è la prova di quanto egli si sbagli.

In bilico, sotto c’è il vuoto
ma non intendo spiccare il volo
ho cespugli di bacche e di more
e di spine nel sangue scarlatto.

L’orizzonte nasconde nel grembo
la tempesta appena trascorsa
spighe di grano il mio giaciglio
il mantello è la volta notturna
davvero non mi serve altro
solamente dormire in eterno.

  N° 2788 - 24 luglio 2014

                                                 Il Custode