Tu sospiri
e non è per amore
ma è la tua vita
che insegue altri percorsi.
E quanto
sangue
che profuma la sabbia
che dipinge l’oceano
di striature scarlatte.
Mosche
invadenti
si posano sulla tua pelle
dopo si specchiano
riflesse nelle tue pupille.
Chissà mai
cosa osservi
il cielo o forse i tuoi sogni
il tuo sguardo postumo
pare non abbia più meta.
E la tua mano
stringe un batuffolo d’aria
tra le sue spire
giusto un frammento di voce.
Sicché sei
bella
pallida quanto la luna
gelida più dell’inverno
quando si stende sui monti.
La notte e poi
l’alba
per te non fa differenza
la tua anima è altrove
distante dal dolore trascorso.
Quindi tu taci
ma cosa potresti dire?
Lacrime ed ancora suppliche
che non volevi morire.
N° 2713 - 10 febbraio 2014
Il Custode
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