onde di un mare freddo e agitato
e tu sei là, bellissima e sola
una docile ombra davanti alla luna
il tuo cuore, come la maga Circe
pretende ancora un istante d’amore.
Nell’odissea
della tua vita trascorsa
lacrime simili a stalattiti e cristalli
scendono giù dalle tue ciglia
e le lucciole che le circondano
sono frammenti di polvere di stelle
dentro il grembo di un vento mansueto.
E ti attende
sulla banchina
attaccata ad una bitta, sul molo
la tua zattera di frassino e olivo
all’orizzonte tenebre ed oblio
prendere il mare è il male minore
quand’anche tu non dovessi tornare.
Hai la
bandiera, come hanno i pirati
quanto il tuo sguardo è nera di pece
distante un fulmine sfiora le acque
pare indicarti qual è la tua meta
verso i ciclopi, verso la terra di mezzo
ovunque conduca la tua fantasia.
Si uniscono
rami di quercia bruciati
per rammentarti da dove provieni
dalla foresta degli orchi e degli elfi
di fiabe che tu puoi quasi toccare
che adesso narri al fuoco della radura
ai cuccioli di pellerossa e di lupi.
Oltre le nubi
e la burrasca impetuosa
si cela il tramonto dei tuoi pensieri
è un’isola, forse le coste di Atlantide
comunque l’approdo alla tua solitudine
qualunque destino dovresti trovare
sarà differente da quello che lasci.
N° 2706 - 9 gennaio 2014
Il Custode
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