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lunedì 18 agosto 2014

ODISSEA

Si infrangono contro gli scogli
onde di un mare freddo e agitato
e tu sei là, bellissima e sola
una docile ombra davanti alla luna
il tuo cuore, come la maga Circe
pretende ancora un istante d’amore.

Nell’odissea della tua vita trascorsa
lacrime simili a stalattiti e cristalli
scendono giù dalle tue ciglia
e le lucciole che le circondano
sono frammenti di polvere di stelle
dentro il grembo di un vento mansueto.

E ti attende sulla banchina
attaccata ad una bitta, sul molo
la tua zattera di frassino e olivo
all’orizzonte tenebre ed oblio
prendere il mare è il male minore
quand’anche tu non dovessi tornare.

Hai la bandiera, come hanno i pirati
quanto il tuo sguardo è nera di pece
distante un fulmine sfiora le acque
pare indicarti qual è la tua meta
verso i ciclopi, verso la terra di mezzo
ovunque conduca la tua fantasia.

Si uniscono rami di quercia bruciati
per rammentarti da dove provieni
dalla foresta degli orchi e degli elfi
di fiabe che tu puoi quasi toccare
che adesso narri al fuoco della radura
ai cuccioli di pellerossa e di lupi.

Oltre le nubi e la burrasca impetuosa
si cela il tramonto dei tuoi pensieri
è un’isola, forse le coste di Atlantide
comunque l’approdo alla tua solitudine
qualunque destino dovresti trovare
sarà differente da quello che lasci.

  N° 2706 - 9 gennaio 2014

                                                    Il Custode

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