ad agitarsi dentro lo specchio
il sospiro si fa imprecazione
che solleva lenzuola e falene.
Ora, saliti i
tuoi primi gradini
il profumo diventa insistente
e dentro quell’inquieta dimora
tu sei l’ombra di un fiore di loto
tu sei tenebra e sei vaniglia
io un gatto sperduto nel buio.
E si ode il
tonfo assordante
delle gocce di fredda rugiada
si sono aggrappate ai tuoi occhi
e tu hai chiesto loro di andare.
Un soffio di
rapida brezza
uno schiaffo sulla mia guancia
come vorrei che fosse un bacio
da trascrivere sul mio taccuino
tu, parvenza dell’ultimo amore
ti nascondi dentro il tuo armadio.
Cade veloce la
tapparella
ghigliottina sulle voci di strada
ed intanto cianciano i grilli
apprezzamenti volgari alle cicale.
Dentro
quell’inquieta dimora
come al centro dell’autostrada
e la notte ha i modi garbati
quasi che fosse un antico guerriero
tu precipiti sul tuo cuscino
pensi e piangi da quanto sei sola.
N° 2719 - 22 febbraio 2014
Il Custode
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