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mercoledì 20 agosto 2014

IL RACCONTO DEL LUPO

Scendo la montagna
seguo il sentiero del sole
le zampe dentro la neve
muso che annusa il cielo.

Quelle strane creature
dentro le tane di stoffa
escono ed esprimono versi
che non riesco a comprendere
ma hanno le pelli e i cappelli
appartenenti alla mia razza.

Odore di abeti e caffè
di tabacco sputato nel fuoco
e cani attaccati alle slitte
ovunque strumenti di morte.

Ho fame già da alcuni giorni
e sono un essere impavido
mi avvicino il tanto che basta
a rubare loro gli avanzi
ossa di lepri e cerbiatti
le prede che mi hanno sottratto.

Li conto, non sono poi tanti
le dita di una zampa e mezza
sono talmente impegnati a latrare
da non avvedersi di me.

E all’improvviso io vedo
nel retro dell’accampamento
carcasse di giovani lupi
scuoiati del loro manto.

Mi monta una tale rabbia
da farmi scordare la fame
da farmi scordare le armi
fra le mani di quei carnefici
allora con un enorme balzo
li raggiungo e comincio a colpire.

Ho zanne robuste e possenti
ed artigli come lame affilate
gli uomini sono sorpresi
il loro sangue dipinge la neve.

E muoiono uno alla volta
imprecando dolore e sgomento
hanno una carne dolcissima
sono certo che tu gradirai
sicché ululo alla foresta
tu arrivi, come sempre bellissima.

Ed io ti racconto ogni cosa
fiero davanti al tuo sguardo
appagato dalla mia vendetta
io racconto, tu attenta mi ascolti
dopo annuisci ed infine mi baci
…è stata una battaglia epica!

  N° 2707 - 11 gennaio 2014

                                                     Il Custode

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