L’ho cercata,
la mia vita
dentro le tane di volpe
nel nucleo dell’oscura foresta
dove l’odore di muffa
copriva voci e sospiri
che la mia eco bisbigliava.
Ed ancora tra
le radici
sparse un po’ alla rinfusa
della Datura Stramonium
la strega la fumava e rideva
ed in preda a fumi allucinogeni
mi offriva le labbra ed i seni.
Nel
nascondiglio distante
dove è difficile giungere
sulla brace ardente del dolore
camminavo ed imploravo perdono
frattanto bruciavo d’amore
però scoprivo di essere solo.
Sicché
l’angelo apriva le ali
e così mi occludeva la vista
lo scostavo via con un gesto
dal mio sentiero di rovi
poiché perduta nella penombra
riuscivo a vederne il profilo.
Sul fondo
dell’oceano immenso
tra sirene lascive e perverse
Atlantide e le sue colline
parevano serbarne il segreto
e con l’acqua dentro i polmoni
raccoglievo coralli e conchiglie.
L’ho cercata,
la mia vita
ed annusavo come un segugio
le tracce dei miei rimpianti
fino a scorgere il tuo viso
infine l’ho trovata, la mia vita
che tu stringevi fra le mani.
N° 2715 - 18 febbraio 2014
Il Custode
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