È un cigolio
nella notte
che sibila nella mia stanza
il soffio di una gelida brezza
che posa i suoi passi pesanti
per le scale, per i corridoi
ed intanto si fa più vicino.
Rintronano
dentro la casa
le finestre, perfino il mio cuore
i fulmini sono occhi malvagi
che s’aprono un breve istante
io lo odo, quel lamento sinistro
vorrei, ma ho paura a raggiungerlo.
Ho le coperte
poggiate sul petto
mi riparano dalle schegge di odio
il trambusto oltre la soglia
è il rumore del sudore che spendo
come acido cola dalla mia fronte
e divora le unghie e le rughe.
Il buio adesso
pare destarsi
ed avvolge la luna ed i corvi
sicché ogni ramo di platano
è un artiglio che bussa sui vetri
nascosto tra foglie irrequiete
sbircio ciò che restò del tuo amore.
Il lago al di
là delle terre
diventa vapore di lacrime
e scende come putrida pioggia
pare voglia sfondare il soffitto
il dolore che taglia i miei polsi
è il rimpianto di averti perduta.
E sia…andrò
incontro al destino
che m’attende appena sceso dal letto
un bagliore di rovente bestemmia
ora si infrange sopra il mio volto
io comprendo che il lamento sinistro
è la tua anima che mi maledice.
N° 2703 - 26 dicembre 2013
Il Custode
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