che ha sceso il pino marittimo
viaggia con garbo il dolore
si insinua dentro il tuo sguardo
la tua lacrima è oceano agitato
che flagella i tuoi occhi sopiti
si impiglia sulle tue ciglia
dopodiché si infrange al suolo.
Tu conosci la
tua bellezza
ma è come se non ti importasse
e cammini il filo del marciapiede
a piedi nudi ed ali serrate
spicchi il volo e non sai per dove
non pianifichi alcuna meta
poiché hai letto dentro la sfera
che arriveresti sempre alla solitudine.
Ed il diluvio
è un mantello
intrecciato da nuvole imbronciate
ogni goccia che ti perfora
ha la forma del tuo misero cuore
ed i corvi in bilico all’orizzonte
fanno moine davanti ai tuoi seni
sicché esprimi un primo sorriso
quello che tu non sapevi d’avere.
Ma il poeta
sul dorso del drago
ti insegue da giorni infiniti
vorrebbe domandarti perdono
e perdonarti la tua fuga improvvisa
la sua eco si perde nell’aria
ti giunge come un sospiro flebile
egli si volta oramai rassegnato
il tuo amore è un frammento distante.
N° 2719 - 6 febbraio 2014
Il Custode
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