e torno dentro la sera
a camminare la strada
scortato dalla luna piena.
Raggiungo la fermata d’autobus
e gioco con i miei pensieri
io spero che qualcuno ti trovi
per darti una sepoltura degna.
Annuso il sapore del vento
che filtra dal cielo imbronciato
e aspetto, e accadrà presto
che lascerò questa periferia.
In lontananza, i fanali
del convoglio sul quale salgo
poche le persone a bordo
e nessuna si cura di me.
Ho pulito le mani e l’anima
dal sangue che tu hai versato
il coltello usato per ammazzarti
è nascosto dentro la giacca.
E penso, e sono sereno
lo sguardo percorre il vuoto
sono un tranquillo assassino
e però non lo sa nessuno.
N° 3719 - 14 luglio 2019
Il Custode
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