il linguaggio silente
dei cuori oramai muti
fatti di gesti d’addio
e di rimpianti e rancori.
Mi scuso con te
e con il tuo dolore
e disegno il mio pentimento
sopra i vetri del treno
appannati e senza vita.
E ti amo
io l’ho imparato
dalla mia anima lacera
che pensa sempre il tuo nome
benché sia troppo tardi.
N° 3704 - 3 luglio 2019
Il Custode
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