pensando di essere un santo
e nello sguardo stringeva
la pace di un immenso dolore
e silente quanto la disillusione
chiuse gli occhi e svanì tra le onde.
Aveva lasciato uno zaino
dove serbava con molta cura
un sorriso che pareva sincero
ed un sogno in putrefazione
il gabbiano tentò di chiamarlo
ma Amore era troppo distante.
Chiassosi sulla banchina
i bambini tiravano sassi nel mare
ma salivano le madri dei tonni
a sgridarli in maniera severa
Amore però avrebbe compreso
facendo spallucce con garbo.
Quando iniziò la tempesta
le sirene coprirono i seni
ed i granchi dentro i castelli
prepararono la cena ad Amore
ma le pareti fatte di sabbia
crollarono sotto il peso del vento.
Dissero che egli era strano
abbandonato da una donna di lago
ed Amore, smarrita la bussola
emigrò al centro della penisola
salì sopra un guscio di noce
per salpare verso le Americhe.
…E un marinaio intreccia la rete
e canticchia la leggenda di Amore
ogni tanto egli sputa tabacco
e col tabacco, la sua solitudine
e ricorda, ma non ricorda cosa
e piange, e non sa per chi.
N° 3702 - 3 luglio 2019
Il Custode
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