e quante anime vacue
che a raccoglierle tutte
si infetterebbe l’intera ade
di una tale, cruda nequizia
da svergognare il demonio.
…E sopra le terre mortali
quale emissario degli inferi
si incamminò mesto, Diabolus
pronto a riempire il taccuino
delle nozioni che avrebbe appreso
nell’osservare gli umani.
Seduto, egli, sulla collina
trascorse moltissimi secoli
col clima che si sgretolava
e il pianeta oramai moribondo
ma non mutava negli uomini
l’ebbrezza di darsi la morte.
Persino i grandi ecclesiasti
ambasciatori del dio e del cielo
si macchiavano di abominevoli colpe
e di abusi e di prevaricazioni
che Diabolus, per nulla integerrimo
non riusciva a giustificare.
Sicché ritornò sui suoi passi
ed espose negli inferi la sua relazione
non gli servì alcuna fantasia
né le pagine del suo taccuino
per palesare la sua sentenza
che l’inferno era il posto migliore…
Quante creature insipienti
e quante anime vacue
che a raccoglierle tutte
si infetterebbe l’intera ade
di una tale, cruda nequizia
da svergognare il demonio.
N° 3721 - 15 luglio 2019
Il Custode
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