e correre verso di me
io che sono il nascosto
qualcosa che incute paura
sento i cani latrare
a breve non potranno più.
Con i miei artigli affilati
li sollevo come fuscelli
e quando ricadono al suolo
dilanio le loro tenere carni
con le mie fauci robuste
divoro i loro miseri resti.
Gli umani, da sempre codardi
adesso rimangono soli
e senza gli ignari sicari
guardano in faccia la morte
gli umani, da sempre bastardi
mi istigano istinti malsani.
io chino sopra di loro
li avvolgo tra le mie spire
fino a che non implodono
come un’ombra malvagia
mi porto via le loro vite.
Io che fui presto repulso
per i miei occhi di fuoco
per quel desiderio d’amore
che scrissi nel cielo plumbeo
io che venni sempre tradito
adesso adoro uccidere.
N° 3734 - 29 luglio 2019
Il Custode
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