e rivendico il diritto
di rivedere il tuo viso
e adoperare i tuoi baci.
Ti do una scheggia di cuore
che avevo sotto la suola
e pungeva e faceva male
per quel bisogno di te.
Torno e ti disprezzo
a causa del sortilegio
ch’io, senza i tuoi occhi vicini
sono cieco e senza una meta.
E mi perdo dentro la notte
affondo nella solitudine
con la tua voce che chiama
ma pare la eco del vento.
Torno e cado ai tuoi piedi
ma è solamente finzione
in realtà è sulle tue labbra
che io desidero essere.
Sino alla fine dei giorni
benché sia un tempo lunghissimo
da dedicare a una donna
da spendere per un amore.
N° 3709 - 7 luglio 2019
Il Custode
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