dal sorriso di gesso
ed un silenzio assordante
chiuso dentro la borsa.
Mi hai venduto una favola
scritta su pergamena
le cui parole caddero
sopra le spire del vento.
Io ritorno alla notte
quella che tu non vedesti
dentro i miei occhi spenti
oltre le mie cicatrici.
Immensa quanto la luna
tu invadesti le tenebre
laddove io ero un re
ma incespicai sul tuo dolore.
Nel becco del primo gabbiano
la rabbia del tuo messaggio
che attraversò la regione
e violò un nuovo castello.
Io ritorno a me stesso
il solo che riesce a capire
il vuoto dentro il mio petto
la cenere dei miei sentimenti.
Arriveranno antichi folletti
ed altre contee da viaggiare
e tu domanderai alle stelle
nuove novelle da raccontare.
Io ti penso come un delirio
che allietava la mia corte
sicché, addio, mia Regina
e però ti ho amata davvero.
N° 3711 - 9 luglio 2019
Il Custode
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