sono ora una massa informe
di lacrime mischiate al fango
di quando gli angeli caddero
smarrendo il sentiero del cielo.
Figli di abusi e di carestie
giacciono come fossero cenci
laddove la terra è assai arida
e la loro pelle di ebano
si confonde dentro la notte.
Restano in balìa delle carezze
degli insetti e delle formiche
che se mai essi ebbero un dio
costui li ha abbandonati da tempo
in virtù della sua tracotanza.
I lamenti si affievoliscono
perché rammentano d’essere martiri
creature dell’Africa antica
dove la vita è un’incombenza
e costa soltanto un misero soldo.
Bambini, chissà se mai uomini?
Che la morte molto spesso è pietosa
e arriva, e li prende per mano
per accompagnarli in un regno
dove abbondano acqua e sorrisi.
Forse torneranno a volare
a sfamare i loro esili corpi
con il pane e con la speranza
per poi ripulire dal fango
le loro anime fatte di cicatrici.
N° 3729 - 23 luglio 2019
Il Custode
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