L’oscurità mi sovrasta
io sono cieco e impotente
bloccato sul pavimento
che ondeggia simile al mare.
Piano gli occhi si abituano
a questo buio imponente
ed io individuo i contorni
di queste catene di ovatta
alle quali sono legato.
Scorgo la forma del mostro
i suoi occhi caleidoscopici
io sono sulla sua tela
e il ragno muove veloce
per fare di me il suo pasto.
Mi afferra tra le sue zampe
io giro come in un vortice
avvolto come un baco da seta
non riesco più a respirare
non ho alcuna via di scampo.
Di colpo, egli sguaina il morso
e penetra nella mia carne
la sensazione è violenta
è qualcosa di indescrivibile
che implode nella mia testa.
La mia vista si affievolisce
si perde la mia linfa vitale
ed è una fine assai orribile
spengersi così lentamente
prima di affrontare la morte.
N° 3818 - 12 ottobre 2019
Il Custode
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