è un bambino silente
gli occhi grandi, di pece
fissi verso il soffitto.
Un leggero sorriso
principio di surreale pazzia
che gridare è inutile
Dio non ascolta le suppliche.
E non c’è più respiro
tra le labbra oramai viola
soltanto la lieve dolcezza
di una morte assai mite.
Intanto si svuota la stanza
rimane il solo dolore
e macchinari che tacciono
adesso che il cuore è fermo.
Il corpo diventerà cenere
in volo verso la luna
però, fanculo il destino!
Non doveva finire così.
Così inizia a piangere
per qualche secondo, dimentica
il suo segreto
e quel figlio che non c’è più.
N° 3838 - 28 ottobre 2019
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento